Promuovere inclusività ed equità negli spazi di lavoro non è una sfida per idealisti: significa ancora una volta mettere chi lavora nelle condizioni di farlo al meglio. E dunque attirare e trattenere i talenti. Nella sesta puntata di “Cowork in progress” ne parliamo con Valentina Simeoni, autrice di “Mamme con la partita Iva”.
Lavorare ed essere genitori tra ostacoli e difficoltà
A “Cowork in progress” guardiamo il mondo del lavoro dall’osservatorio di un coworking, per capire anche se gli spazi di lavoro condiviso possono offrire risposte ai bisogni di chi lavora oggi. Come? Ad esempio aiutando chi lavora in proprio a trovare una dimensione più equilibrata, ma anche dando soluzioni a dipendenti in smart working.
Bisogna, dunque, partire dalla distinzione tra lavoratori dipendenti e autonomi. “Le maggiori barriere oggi per quanto riguarda il mondo del lavoro dipendente – dice Valentina Simeoni – sono legate all’organizzazione del lavoro stesso: logistica, orari, congedi parentali per maternità o paternità, ad esempio”.
Per chi è in proprio, invece, le problematiche sono diverse. Si legano, dice Simeoni, a percezioni sbagliate di questo lavoro, a questioni legate a riferimenti spaziali e temporali: “Nel caso delle madri si manifestano in modo evidente e critico e sono associate al divario salariale”, segnalato anche da Save the Children nel rapporto “Le equilibriste: la maternità in Italia“.
Come promuovere inclusività ed equità negli spazi di lavoro
Per quanto riguarda le imprese, se vogliono promuovere inclusività ed equità negli spazi di lavoro quotidiano, devono affrontare almeno tre questioni:
- Superare l’ancoraggio troppo fisso ad un luogo fisico, “che significa spostamenti e orari determinati, spesso non coincidenti con le necessità di chi lavora”. Occorre sganciarsi anche dall’idea che il tempo dedicato al lavoro equivalga alla produttività: “Bisognerebbe invece ragionare per obiettivi, rendersi conto che ogni persona ha tempi e modi diversi per raggiungere certi obiettivi e contare sull’autonomia e la capacità gestionale dei lavoratori”;
- Il secondo aspetto è l’ascolto attivo dei bisogni dei dipendenti. “Dovrebbe essere compito delle figure che si occupano di risorse umane, che dovrebbero anche a ragionare sull’integrabilità di questi bisogni all’interno delle esigenze aziendali”;
- Da ultimo, lavorare sulle competenze generali e quelle specifiche dei vari ruoli. “Assentarsi per motivi di famiglia o di malattia dovrebbe essere un diritto e non una condizione che viene percepita negativamente per gli scompensi che crea. Ma allora bisogna che nel sistema azienda almeno alcune figure siano sostituibili, supportabili”.
E in generale, fuori dal contesto aziendale? “Il supporto – prosegue – non può più venire dalla famiglia estesa, che oggi non esiste o non sempre è disponibile. Se vogliamo costituire un “villaggio” servono nuove forme di supporto”. Come sta facendo la stessa Valentina Simeoni con il progetto Tutto Ruota, in cui i genitori si supportano tra loro.
Un’altra soluzione è la creazione di spazi di lavoro pensati per genitori che lavorano, come gli spazi di coworking. Esistono progetti dedicati specificamente alle esigenze dei genitori, ma in generale un coworking offre soluzioni in grado di aiutare a gestire meglio la propria vita familiare in parallelo a quella lavorativa: “Nel lavoro autonomo ci sono necessità da soddisfare che, se affrontate da soli, diventano dei deterrenti: avere un ufficio, delle dotazioni di base, una sala riunioni in cui ricevere i clienti, ad esempio. Molti usano spazi personali, come la propria casa, ma per i genitori questo porta a cortocircuiti emotivi e pratici, perché non riesci a distinguere il tempo di vita e quello di lavoro e non riescono a farlo quelli che vivono con te”.
Il coworking dà la possibilità di non affrontare da soli questi problemi, ma di farlo con una rete di professionisti che condividono spazi, costi e informazioni, in un contesto flessibile e adattabile. Insomma, forse il futuro del lavoro – per temi come questo – è veramente in uno spazio di coworking.
Ascolta “Cowork in progress”
Il podcast “Cowork in progress”
“Cowork in progress” è il podcast nato da Zico Coworking con Radio Kappa. Non un podcast sul coworking, ma un viaggio in dieci puntate nel futuro del lavoro e delle vite di tutti noi.
Come stanno cambiando i modi e i luoghi di lavoro? Possiamo immaginare spazi dove il benessere di chi lavora diventa la priorità assoluta? Come possiamo sentirci meno isolati e promuovere ambienti di lavoro più umani? “Cowork in progress” va in cerca delle risposte a queste e molte altre domande, partendo da un luogo speciale in cui osservare il futuro: uno spazio di lavoro condiviso.
Perché il futuro è già qui, tra le mura di un coworking. Ed è qui che possiamo trovare o sperimentare soluzioni innovative ai nuovi bisogni di chi lavora.
Il podcast “Cowork in progress” è stato scritto e condotto da Elena Rossi, coworking manager di Zico, in collaborazione con Sonia Carraro e Francesco Casoni. La registrazione si è svolta nei primi mesi del 2025 negli studi di Radio Kappa, all’interno degli spazi di Zico coworking. Post produzione e il montaggio sono di Matteo Marseglia e Michele Fasolato.
L’ospite di questa settimana
Valentina Simeoni, laureata in Filosofia, un dottorato in Antropologia, è libera professionista nel settore della formazione e autrice di “Mamme con la Partita IVA” (Sonzogno editore). E’ fondatrice del progetto Tutto Ruota – Educazione per un mondo nuovo.