I percorsi di inserimento lavorativo non sono ricette magiche per aiutare a trovare lavoro. Ciò può aumentare la sfiducia e la disillusione nel sistema, mettendone in ombra gli aspetti positivi e i successi ottenuti. Quindi come vincere la disillusione e affrontare le sfide dell’inclusione?
Una nuova cultura della “cura”
A queste sfide abbiamo dedicato l’evento promosso il 3 luglio da Zico Lavoro: un piccolo summit degli operatori e delle operatrici che hanno reso possibile il progetto “Passi – Percorsi di Attivazione per lo Sviluppo Sociale e l’Inserimento lavorativo”. Nel workshop “Inclusione o illusione? Criticità e sfide dei progetti di inclusione sociale e lavorativa” abbiamo analizzato gli esiti del progetto, ma anche approfondito le questioni con cui si confrontano oggi i professionisti. E infine abbiamo proposto uno spazio di confronto a gruppi per “immaginare l’impossibile”, ossia costruire insieme nuove modalità operative per il futuro.
Ad aprire la mattinata, l’intervento di Sara Santilli, psicologa e ricercatrice dell’università di Padova, che ha approfondito il contesto sociale in cui opera oggi chi si occupa di progetti di inclusione: in primis il problema di un mercato del lavoro che tende a svalorizzare le persone in situazione di svantaggio, in una società che vede ad esempio la disabilità come un costo da sostenere. Ma anche la solitudine delle famiglie nel prendersi cura del proprio caro, le barriere strutturali e burocratiche, la frammentazione dei servizi e la mancanza di spazi di confronto e co-progettazione.
Come se ne esce? “Con una nuova cultura della cura. Dando voce alle persone con disabilità e alle famiglie, ascoltandole e creando spazi in cui abbiano un ruolo attivo. Formando gli operatori al lavoro di rete con le famiglie e alla co-progettazione. Superando la logica del pietismo e dell’isolamento, promuovendo modelli innovativi di assistenza diffusa e supporto alla vita indipendente”.
L’analisi del progetto PASSI
Ad analizzare l’efficacia del progetto “Passi” gli interventi di Valentina Toniolo, referente di Zico Lavoro, e di Michele Contro, psicologo. Il progetto nasceva proprio dall’esigenza di sperimentare un mix di interventi personalizzati per favorire l’inclusione di persone in situazione di svantaggio e rafforzare le competenze di base.
Il progetto ha coinvolto diverse tipologie di persone in situazione di svantaggio, tra cui soggetti in condizioni di fragilità, persone con disabilità e cittadini stranieri. Complessivamente sono state più di ottanta quelle attivamente coinvolte in attività di orientamento individuale o di gruppo, accompagnamento e formazione.
Le attività del progetto “Passi” hanno mostrato un impatto significativo rispetto alla percezione di efficacia personale per diversi tipi di svantaggio sociale (disabilità, svantaggio socio-economico, stranieri). Un dato che vari a seconda dei soggetti, ad esempio;


- Persone in situazioni di svantaggio: percezione di maggiore efficacia nelle relazioni e nella capacità di portare a termine compiti;
- Persone con disabilità: più marcata percezione di efficacia nelle capacità decisionali;
- Cittadini stranieri: percezione di una maggiore efficacia nel campo delle competenze relazionali.
Immaginare l’impossibile?
La mattinata si è conclusa con un confronto tra operatrici e operatori sul futuro, cercando insieme la strada migliore per vincere la disillusione.
Un futuro che non nasce dall’alto, ma cresce tra le mani di chi lavora ogni giorno. Come immaginano questo futuro le persone che lavorano nel campo dell’inclusione?
- Azioni in cui la qualità che vale più della quantità.
- Ascolto vero, che va oltre la gestione.
- Equità non come concessione, ma come fondamento.
- Cura delle relazioni, non solo dei compiti.
- Tempo per riflettere, non solo per eseguire.
- Comunicazione autentica e non istituzionale.
- Condivisione della mission, perché il senso collettivo conta.
- Diritti riconosciuti e protetti, non da negoziare ogni volta.
- Cooperazione libera da gerarchie paralizzanti.
- Sorrisi che aprono spazi di fiducia.
- Ambienti trasparenti, assertivi, accoglienti.
- Progettualità condivisa, non imposta.
Sono i semi da piantare per far crescere non solo nuovi progetti, ma una nuova cultura dell’inclusione sociale.